ESSAY: che cosa si intende per ecofemminismo?
Published on Artribune, 14 October 2020
“La serie Silueta (1973-80) dell’artista femminista Ana Mendieta, ispirata ai riti e alle credenze voodoo cubane, non è così diversa dalle cerimonie ancestrali di comunione con la Terra. Le raffigurazioni di vulve di Judy Chicago onorano il corpo femminile, proprio come la prima incisione su roccia 37.000 anni fa ad Abri Castanet in Francia. I collage di donne con teste di animali di Mary Beth Edelson rievocano le antiche statuette di Venere, come la dea serpente dalla testa di uccello dell’Egitto predinastico (4.000 a.C.), che combina magnificamente due potenti totem, l’uccello e il serpente, antichi simboli di nascita, morte e rinascita.
Questi non sono casi isolati e il loro non è solo un omaggio all’arte preistorica. La corrente sotterranea ‒ estetica, simbolica e multisensoriale ‒ di gran parte dell’arte femminista porta in sé una (oggi rivoluzionaria) presa di coscienza rispetto al corpo umano, al mondo naturale e alla posizione umana nella rete della vita: questo è ciò che chiamiamo arte ecofemminista”.